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UNA PROFEZIA DI FULTON SHEEN SULLA CRISI DELLA CHIESA. COSA AVEVA PREVISTO L’ARCIVESCOVO? “La Chiesa prospera meglio quando il presente non è rassicurante e il futuro è dipinto a tinte nere… essa è debole quando trae forza dal potere del mondo, ed è forte quando appare debole agli occhi degli uomini.”

L’arcivescovo Fulton Sheen, eminente apologeta, teologo e filosofo cattolico, è stato definito da molti un profeta dei nostri tempi. Aveva una notevole capacità di vedere le sfumature di un mondo che cambia. In uno dei suoi libri scritto nel 1938, “The Cross and the Crisis”, ha fatto una diagnosi accurata della causa della crisi nella Chiesa Cattolica e nel mondo, e ha descritto i cambiamenti inquietanti che stanno avvenendo oggi sotto i nostri occhi. Cosa aveva previsto l’arcivescovo Sheen?

Ecco le sue parole:

-La più grande vittoria di Gesù-

Tuttavia, la secolarizzazione della cultura e l’atteggiamento ostile dello Stato moderno non devono essere motivo di disperazione. La Chiesa prospera meglio quando il presente non è rassicurante e il futuro è dipinto a tinte nere.

La vittoria del mondo non è mai sembrata così imminente come quando Gesù fu inchiodato alla Croce, eppure fu un giorno di sconfitta per il mondo. Cristo non è mai stato così simile al Re e al Conquistatore del mondo, come nel giorno in cui la corona di spine è stata posta sul capo del Re e al vincitore è stato dato un trono sulla Croce.

Eppure fu proprio in quel giorno cupo, che noi chiamiamo Venerdì Santo, che Gesù ottenne la vittoria più grande.

-La logica di Dio-

Lo stesso vale per la Chiesa. È debole quando trae forza dal potere del mondo, ed è forte quando appare debole agli occhi degli uomini. Questo perché, in realtà, non è il potere della ricchezza, della tecnologia o della politica a portare alla vittoria, ma le forze spirituali, e soprattutto lo spirito del sacrificio compiuto sul Golgota, che, dopo la vergogna del Venerdì Santo, risorge a Pasqua.

La Chiesa risorge continuamente, come un fiore in primavera. Più e più volte viene considerata morta e lasciata nella tomba, eppure si risveglia sempre a nuova vita. Rinasce in ogni epoca per salvarla.

Sembra che in questo momento storico la Chiesa stia vivendo il Venerdì Santo, e che Cristo la immerga nel calice del Suo dolore prima in un Paese e poi in un altro. Tutto questo, però, serve a raffinarla e a prepararla per il raccolto di Dio, che arriverà presto.

-La Pentecoste che dura-

Più specificamente, questo rinnovamento avverrà attraverso la rinascita dell’ideale della Pentecoste. Attraverso l’opera dello Spirito Santo, il mondo si è rinnovato nel primo secolo e si rinnoverà allo stesso modo nel ventesimo secolo. Ma qual è l’ideale della Pentecoste? Ebbene, è un riconoscimento del primato della spiritualità, realizzato dall’ispirazione dello Spirito Santo riversato abbondantemente nelle anime umane e dall’infusione della grazia della Cresima. La fedeltà all’ideale della Pentecoste significa che l’azione umana è preceduta dalla contemplazione; che la vita umana non è guidata dall’avidità ma dall’amore; che chi ama non ha bisogno di perdere il suo spirito.

L’ideale della Pentecoste è la convinzione che il miglioramento della società sia, per così dire, un sottoprodotto del Cristianesimo. La parola importante è “sottoprodotto”. Infatti, il benessere economico e politico del mondo non è l’obiettivo primario, ma solo secondario, dell’azione della Chiesa. L’obiettivo primario è quello di far sì che le persone cerchino il Regno di Dio e la Sua Giustizia, e tutte le altre cose saranno date loro in aggiunta.

-Dove ci manderà lo Spirito?-

L’indebolimento dello Spirito di Pentecoste porta sempre a disastri sociali e politici. Nell’antichità, il profeta Geremia avvertì i suoi contemporanei: “Pace, pace… intanto non c’è pace”.

Tra il 1399 e il 1509 c’erano solo otto case religiose in Inghilterra. Chiunque comprendesse l’importanza del ruolo della spiritualità nella vita di una nazione, sapeva che prima o poi sarebbe apparsa una frattura. E così fu. L’unità religiosa dell’Inghilterra è andata in frantumi e finora non è stata ripristinata.

L’ideale della Pentecoste, come è stato recentemente notato, si è manifestato in modi diversi in diversi periodi della storia. Perché diverse e misteriose sono le vie di Dio. Nei primi tempi della Chiesa, l’espressione di questo ideale era l’ascetismo. Uomini e donne si ritiravano dalla vita nella corrotta civiltà pagana del loro tempo e andavano nel deserto.

Sentivano che non c’era spazio per i compromessi nell’atmosfera della secolarizzazione pagana. Perciò ritenevano che, per vivere una vita cristiana e rimanere fedeli all’ispirazione dello Spirito Santo, dovessero isolarsi dal mondo.

-La spiritualità permeava la vita sociale-

Nel primo periodo di massimo splendore del Medioevo, l’ideale della Pentecoste si manifestò nella vita monastica. In una società che non aveva più un atteggiamento ostile nei confronti delle questioni spirituali, ed era quindi pronta ad essere impregnata di idee spirituali, nacquero grandi organismi collettivi come gli ordini francescani e domenicani.

A quell’epoca, la spiritualità permeava la vita sociale, politica ed economica più fortemente che in qualsiasi altro periodo della storia umana. Più tardi, al tempo della Riforma Protestante, lo Spirito di Pentecoste assunse una nuova forma. Non era più slegato da una società corrotta, come al tempo dei padri del deserto; né era l’anima della civiltà, come nel Medioevo; ora era chiamato a lottare per le verità della Pentecoste, che erano state respinte nell’ora del rilassamento morale.

A quei tempi, l’ideale della Pentecoste si manifestava non solo nell’attività di singoli difensori della fede, come Jacques Bossuet, ma anche in comunità come la Compagnia di Gesù, o Gesuiti, che conducevano una crociata contro l’errore armati della spada della verità.

-Non moriremo-

Viviamo in un’epoca di nuova crisi globale. Quale forma assumerà questa volta l’azione dello Spirito di Pentecoste? Ci chiederà di allontanarci dal mondo, susciterà nuovi ordini monastici, formerà nuovi sostenitori della verità? Non sappiamo cosa Dio abbia preparato per noi. Sappiamo solo che non periremo….

(Fulton J. Sheen, da “The Cross and the Crisis” 1938)

P.S. la traduzione è stata eseguita in modo amatoriale

Autore: Amici di Fulton Sheen

amicidifultonsheen@gmail.com

1 commento su “UNA PROFEZIA DI FULTON SHEEN SULLA CRISI DELLA CHIESA. COSA AVEVA PREVISTO L’ARCIVESCOVO? “La Chiesa prospera meglio quando il presente non è rassicurante e il futuro è dipinto a tinte nere… essa è debole quando trae forza dal potere del mondo, ed è forte quando appare debole agli occhi degli uomini.””

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