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UN NUOVO LIBRO DI FULTON SHEEN “PERCHÉ CREDERE?” Che cosa fa la grazia di Dio nella nostra natura umana? I principali effetti della grazia sono nell’intelletto e nella volontà.

Le edizioni Ares hanno pubblicato il primo volume di “Perché credere? 50 risposte sul senso della vita” (256 pagine). Tradotto per la prima volta in italiano.

“Dio e l’uomo, il male e il peccato, Cristo e la Chiesa, la redenzione e la libertà di scelta, i Sacramenti, il corpo e l’anima, con l’apparente dicotomia nel mondo tra la sfera materiale e la sfera spirituale… In modo semplice e diretto, ricorrendo secondo il suo stile a immagini del quotidiano e a una forte carica umoristica, Fulton Sheen offre in queste pagine i principali contenuti della fede in risposta alle domande fondamentali sul senso della vita. Un testo che mons. Robert Barron, vescovo di Winona-Rochester, ha definito «la Summa di tutta la saggezza» del suo autore.”

Prossimamente uscirà il secondo volume. Qui sotto potete leggere un pezzo straordinario di un capitolo che spiega l’azione della Grazia di Dio nell’uomo.

Per acquistare il libro dalla casa editrice Ares: https://www.edizioniares.it/prodotto/perche-credere/

L’AZIONE DELLA GRAZIA DI DIO NELL’UOMO

(Fulton J. Sheen, da “Perché credere? 50 risposte sul senso della vita” edizioni Ares)

Prendiamo un esempio di cambio di direzione. L’allora editore del giornale comunista “Daily Worker” di Londra e sua moglie ascoltavano un programma radiofonico di un funzionario della Russia. All’improvviso la moglie si alzò e spense la radio. Disse al marito (ricordiamo che entrambi erano comunisti):

«Non credo che lui voglia la pace. Credo che voglia la guerra! Parla di pace, ma intende la guerra». Lui disse: «Non parlare così; non stai parlando da comunista». Lei rispose: «Non mi importa come sto parlando». E lui: «Se continui a parlare in questo modo farò rapporto al partito!». Lei: «Riferisci!». «Infatti», disse lui, «stai iniziando a parlare come se fossi diventata cattolica!». Lei: «Lo sono!». Lui: «Diamine! Lo sono anch’io!».

Così un marito e una moglie che vivevano insieme condividendo idee comuniste improvvisamente ignoravano di essere entrambi cambiati. Che cosa era accaduto? Un potere esterno a loro: la grazia.

Non c’è nulla di simile al diventare migliori nell’ordine naturale e improvvisamente, in senso stretto, meritare la grazia. Natura e grazia sono piuttosto distinte. È la differenza tra fare e generare. Quando fai qualcosa, realizzi qualcosa che non ti somiglia. Quando costruisci un tavolo, questo non condivide la tua natura. Quando i genitori mettono al mondo un figlio, fanno invece qualcosa di simile a loro stessi. Quando Dio ci ha creati, Dio era il nostro Creatore, invece quando ci ha generati come figli, non era solo il nostro Creatore, ma nostro Padre. Quando la grazia viene in noi, come ha detto il Signore, la linfa passa attraverso la vigna fino ai tralci, ma è la stessa linfa della vigna. Noi iniziamo a condividere la natura del Signore così Lui riversa in noi la sua natura. San Giovanni ha detto: «Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto» (Gv 1, 16). Quando rispondiamo alla grazia, allora diventiamo qualcosa di simile a una matita tra le mani, che farà tutto ciò che la mano vuole. Siamo gli strumenti di Dio e obbediamo al suo volere come la matita obbedisce alla volontà della mano. Quando c’è totale obbedienza c’è la santità. Ecco ciò che è un santo. Un santo è uno che è disponibile per Dio come la matita per la mano.

Che cosa fa la grazia nella nostra natura umana? La grazia fa del corpo un tempio di Dio; ed è una delle ragioni per la purezza. Un tempio è un luogo in cui Dio dimora. Ricordate quando il Signore è andato nel tempio di Gerusalemme? Quando i farisei gli chiesero un segno il Signore disse: «Io distruggerò questo tempio […] e in tre giorni ne costruirò un altro» (Mc 14, 58). Non parlava del tempio terreno, ma del tempio del suo corpo, poiché Dio dimora nella natura umana di Cristo. Egli dimora in noi per partecipazione. Il corpo è sacro e dobbiamo rispettarlo.

I principali effetti della grazia sono nell’intelletto e nella volontà. L’intelletto è la facoltà per cui conosciamo; la volontà è la facoltà per cui scegliamo. L’oggetto dell’intelletto o ragione è la verità; l’oggetto della volontà è il bene o l’amore. Quando la grazia arriva all’intelletto, lo raggiunge come una sorta di luce. È alquanto difficile descrivere che cosa faccia alla mente umana. Immaginiamo la luce del sole che splende attraverso una vetrata. Notate come si diffonde facendo risaltare ogni colore. Ecco ciò che fa la grazia all’intelletto: dà una visione nuova. La fede diventa per la ragione qualcosa di simile al telescopio per l’occhio: non distrugge l’occhio, lo perfeziona. Quando la fede viene in noi, abbiamo una nuova certezza che oltrepassa la ragione. Tutto ciò che otterrete da queste istruzioni sono ragioni di credibilità.

La certezza deve venire dalla fede, che a sua volta viene da Dio. Il Signore disse a Pietro: «Né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei Cieli» (Mt 16, 17). La certezza della fede è così grande che nulla può distruggerla. La certezza è più grande della ragione per la fede, poiché la luce viene da Dio. Abbiamo molte certezze più forti di quanto possa darci la ragione. Se ci sfidano a provare di essere figli legittimi, può essere piuttosto difficile. Non abbiamo i documenti. Ma nulla può scuotere la nostra certezza. Un uomo esperto può dare molte ragioni contro l’esistenza di Dio e la divinità di Cristo a uno dei nostri figli, ma non può mai distruggere la fede di quel bambino. Non solo la fede dona certezza, ma ci dona anche un nuovo sguardo, un nuovo sguardo sulla nascita, la sofferenza, la morte, la gioia, i piaceri, la letteratura e l’arte. Coloro che possiedono ciò che san Paolo definisce la mente carnale non possono comprendere le cose della fede; è come pretendere che un uomo cieco capisca i colori.

Molto spesso coloro che mancano del dono della fede si chiedono perché ne siamo così certi. «Perché abbiamo questo sguardo sulla sofferenza?». «Perché non siamo depressi?». «Perché non pensiamo al suicidio?». Semplicemente perché vediamo meglio le cose. Abbiamo una luce di cui loro sono privi. Forse abbiamo già detto che abbiamo gli stessi occhi di notte e di giorno, eppure di notte non vediamo. Perché? Perché ci manca la luce del sole. Due persone che esaminano lo stesso problema, lo vedranno in modo molto differente, perché uno ha la sua ragione e i suoi sensi, l’altro la sua fede.

C’è anche la volontà umana. Quando la grazia viene nella volontà, ci dona un nuovo potere, una nuova forza che non abbiamo mai avuto prima. Ci dà una nuova capacità di resistere alle tentazioni. Troppo spesso in questo mondo appena uno diventa schiavo del peccato, parliamo di lui come se avesse una compulsione. Diciamo: «Oh, è un bevitore compulsivo. È un mangiatore compulsivo». È vero. La parola che usa il Signore per spiegare la compulsione è “schiavitù”. Questo non significa che queste persone abbiano completamente distrutto la propria libertà. C’è sempre una piccola parte di libertà che rimane in un alcolista, in un pervertito, in chiunque sia preda della schiavitù del peccato. Questi peccati iniziati con liberi atti nostri propri, possono aver indebolito, ma non distrutto la nostra volontà. È possibile che la grazia si insedi. La grazia ha il suo D-day e Dio può venire in ciascuna di queste persone.

Quando cerchiamo di curare una persona dai vizi, non possiamo mai estrarre il vizio, ma solo emarginarlo. Come si fa? Mettendovi qualcos’altro di nuovo. La grazia di Dio viene quando iniziamo ad amarlo; allora, questi vizi iniziano a fuoriuscire. Una volta che sopravviene un nuovo amore, siamo cambiati. Ricordo di aver fatto un patto con una donna alcolizzata, dicendole: «Tu ami l’alcol più di ogni altra cosa al mondo. Allora io non posso curarti finché non inizi ad amare qualcos’altro». Così abbiamo invocato la grazia, che è venuta in lei ed è guarita. Ecco ciò che la grazia fa alla povera e debole volontà umana. Poi essa ci dà anche potere di influenzare gli altri.

Se queste mie parole vi influenzano, non è per via di conoscenze o poteri che possiedo. Se ho qualche influenza su di voi, è perché lo Spirito e la grazia di Dio stanno operando in voi. Le mie parole non sono nulla. Di sicuro io non ho iniziato queste istruzioni senza pregare lo Spirito e la grazia di Dio che mi diano forza, ma se comunque siete cambiati non dite: «Oh, monsignor Sheen, quanto le siamo grati». Monsignor Sheen non ha fatto nulla, io sono solo il misero strumento del buon Dio. Se siete cambiati, ecco la differenza tra la vostra natura e la grazia. Prima che venisse la grazia agivate a modo vostro, dopo aver ricevuto la grazia agite a modo suo. La differenza è tutta qui. La vostra coscienza si è svegliata e ciò che prima era prezioso per voi adesso sembra nulla, mentre ciò che prima sembrava spazzatura adesso è prezioso. Questa è la grazia: è il potere soprannaturale che illumina la vostra mente per vedere le cose al di sopra della ragione; è quel potere soprannaturale che rafforza la vostra volontà a fare le cose che prima non avreste potuto fare. Essa vi cambia da creature in figli di Dio e soprattutto vi rende capaci di chiamarlo “Padre”.

(Fulton J. Sheen, da “Perché credere? 50 risposte sul senso della vita” edizioni Ares)

Per acquistare il libro dalla casa editrice Ares: https://www.edizioniares.it/prodotto/perche-credere/

Autore: Amici di Fulton Sheen

amicidifultonsheen@gmail.com

1 commento su “UN NUOVO LIBRO DI FULTON SHEEN “PERCHÉ CREDERE?” Che cosa fa la grazia di Dio nella nostra natura umana? I principali effetti della grazia sono nell’intelletto e nella volontà.”

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