

-L’incarnazione del Nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo-
L’amore di per sé tende a diffondersi, ma l’Amore divino è creatore: ha confidato i segreti della sua bontà al nulla, ed ecco la creazione. Ha fatto qualcosa a sua immagine e somiglianza, ed ecco l’uomo. L’amore dona in abbondanza ed ecco l’uomo elevato a figlio adottivo di Dio. L’amore deve sempre correre il rischio di non essere ricambiato, perché l’amore è libero. Il cuore umano ha rifiutato di ricambiare quell’amore nel solo modo in cui lo si può manifestare, vale a dire, con la confidenza e la fiducia nell’ora della prova. Allora l’uomo ha perso i doni divini, ha visto oscurarsi l’intelletto, la volontà indebolita e introdursi il primo peccato, quello originale, nel mondo, poiché in definitiva il peccato è un rifiuto dell’amore.
È stato il rifiuto di amare, da parte dell’uomo, ad aver causato i peggiori problemi nell’intera storia dell’umanità, in ultima analisi, il problema di restituire all’uomo la grazia dell’Amore di Dio. In breve, il problema era il seguente: l’uomo ha peccato, ma il suo peccato non era solo una mera ribellione contro un altro uomo, bensì una rivolta contro l’amore infinito di Dio. Pertanto, il suo peccato era infinito. Questo è un lato del problema, ma ecco l’altro lato: ogni infrazione o violazione di una legge richiede riparazione o espiazione. Dal momento che Dio è amore infinito, Egli poteva perdonare l’uomo e dimenticare l’oltraggio, ma il perdono senza riparazione avrebbe annientato la giustizia, contrariamente alla natura di Dio.
Senza porre alcun limite alla misericordia divina, si potrebbe meglio comprendere la sua azione se la sua misericordia fosse preceduta da una soddisfazione per i peccati, perché nessuno può essere misericordioso senza essere giusto. La misericordia è la sovrabbondanza della giustizia. Ma presupponendo che l’uomo debba soddisfare, potrebbe forse farlo in maniera adeguata per i propri peccati? No, perché sarebbe in grado di offrire una soddisfazione o riparazione o espiazione limitata. L’uomo che è finito, ha un debito infinito. Ma come è possibile a un uomo che è in debito di un milione pagare con un centesimo? Come può l’umano espiare di fronte al divino? Come possono riconciliarsi giustizia e misericordia?
Per soddisfare alla caduta dell’uomo, il finito e l’infinito, l’umano e il divino, Dio e l’uomo dovrebbero in qualche modo essere uniti insieme. Dio non sarebbe venuto a soffrire soltanto in quanto Dio, altrimenti non avrebbe avuto nulla in comune con l’uomo: il peccato non era di Dio, ma dell’uomo. Né l’uomo poteva soffrire o espiare da sé, perché i meriti della sua sofferenza sarebbero stati soltanto finiti. Per offrire una soddisfazione completa, si dovevano adempiere due condizioni: l’uomo doveva essere e agire da uomo per espiare; e al contempo doveva essere Dio perché le sue sofferenze avessero valore infinito.
Ma affinché il finito e l’infinito non agissero come due persone distinte, e dalle sofferenze dell’uomo risultasse un merito infinito, Dio e l’uomo dovevano in qualche modo diventare una cosa sola o, in altre parole, essere un Dio-Uomo. Per riconciliare giustizia e misericordia era necessaria un’incarnazione, vale a dire che Dio avrebbe assunto una natura umana in modo da essere vero Dio e vero uomo. Ci sarebbe stata una unione di Dio e dell’uomo, e questa unione si sarebbe realizzata nella nascita nel Nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo. L’amore tende a somigliare all’amato; desidera concretamente unirsi all’amato. Dio ha amato l’uomo senza meriti. Ha voluto unirsi a lui, ed ecco l’incarnazione. (…)
Generato senza una madre nel Cielo, nacque senza un padre sulla terra; Colui che ha creato sua madre, è nato da lei; Il creatore di ogni carne, è nato dalla carne. «L’uccello che ha costruito il nido è stato covato in esso». L’artefice del sole è sotto il sole stesso, Colui che ha plasmato la terra, è sulla terra, la Sapienza ineffabile è un neonato, Colui che ha riempito il mondo, giace in una mangiatoia.
Colui che governa le stelle viene allattato al seno, la gioia del Cielo piange, Dio si è fatto uomo, il Creatore si è fatto creatura. Il ricco diviene povero, la divinità si incarna, la maestà si sottomette, la libertà si lascia imprigionare, l’eternità si fa tempo, il padrone si fa servo, la verità diviene imputato, il Giudice è giudicato, la giustizia condannata, il Signore è flagellato, la potenza è legata da funi, il Re è coronato di spine, la salvezza viene ferita, la Vita muore.
«Il Verbo eterno è folle». Meraviglia delle meraviglie! Unione delle unioni! Tre misteriose unioni convergono in una: la divinità e l’umanità; la verginità e la fecondità; la fede e il cuore dell’uomo…
La Caduta è stata causata da tre elementi: in primo luogo, un uomo disobbediente, Adamo; in secondo luogo, una donna orgogliosa, Eva; in terzo luogo, un albero. Sono gli stessi elementi a consentire la riconciliazione e la redenzione dell’uomo. Per l’Adamo disobbediente, c’è il nuovo Adamo della stirpe umana, Cristo; per l’orgogliosa Eva, l’umile Maria; per l’albero, la Croce.
(Fulton J. Sheen, da “Signore, insegnaci a pregare” edizioni Ares)
L’ha ripubblicato su Per la maggior gloria di Dio.
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