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-Il bene è sempre bene anche se nessuno è d’accordo, e il male è sempre male anche se tutti sono d’accordo-

Quale sarebbe l’effetto complessivo sulla nazione se i giornali cambiassero il loro vocabolario e cominciassero ad usare parole antiquate per esprimere certe verità immutabili ed eterne? Questa domanda è legittima perché oggi le parole sono così spesso usate fuori contesto che a volte si pensa che non ci sia una realtà dietro di esse: non esistono rape e cavoli come quando usiamo la parola “verdura”, e non esistono cavalli e mucche come quando usiamo la parola “quadrupedi”. I comunisti hanno giocato un ruolo importante in questo, perché hanno iniziato a usare la parola “democrazia” per descrivere la loro tirannia, il termine “pace” per la loro guerra condotta dalla quinta colonna, e la parola “liberazione” per descrivere la loro occupazione. (…)

A meno che non ci sia una legge severa e rapida per contrastare la descrizione psicologica e opportunistica del crimine, non passerà molto tempo prima che un atto cattivo sia chiamato buono se è commesso in modo gentile. Presto i commediografi, gli scrittori e persino gli assassini descriveranno il togliere la vita umana come il “crimine perfetto”. Sarebbe come descrivere la lebbra la “malattia perfetta”.

Le note aspre della musica non diventano dolci solo perché il musicista si esibisce in cravatta bianca e frac nero; la delinquenza giovanile non sarà mai sconfitta finché la si considera in termini astratti invece di vederla nei giovani concreti che sono il problema. Nessun medico può curare una malattia cambiandone il nome; allo stesso modo, nessun insegnante sradicherà l’ignoranza dicendo che se non promuoverà gli studenti ogni anno, indurrà in loro un “complesso d’inferiorità”. Il giusto e lo sbagliato non cambiano mai…il bene è sempre bene anche se nessuno è d’accordo, e il male è sempre male anche se tutti sono d’accordo.

(Fulton J. Sheen, da “On Being Human”)

La storia è determinata dalla Provvidenza. Il progresso e la decadenza delle civiltà sono dovuti all’ordinamento morale della vita umana. La pace è la tranquillità nell’ordine, e l’ordine implica giustizia nei rapporti con Dio e col prossimo. La pace finisce quando ciascuno cerca il proprio vantaggio e dimentica l’amore di Dio e del prossimo.

La violenza è necessaria. “Il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono.” (Matteo 11,12). Ma questa deve essere usata contro la nostra personalità, contro il nostro egoismo, contro la nostra avarizia, contro la nostra lussuria e il nostro orgoglio. La spada che colpisce dev’essere rivolta verso l’interno, onde possiamo liberarci da tutto quanto ci porterebbe a disprezzare il prossimo.

La cessione dei beni, fatta per la prosperità del povero, è ispirata a un intimo senso di carità che ci fa amare Dio e il prossimo. L’uomo non ha nulla da perdere all’infuori delle catene del peccato, che offusca il suo intelletto e fiacca la sua volontà. Liberandosi dal peccato per i meriti di Cristo, l’uomo diviene figlio di Dio, erede del Cielo, e gode di un’intima pace in questa vita, pur in mezzo alle pene, e di un’ultima e definitiva estasi di amore in Cielo.

(Fulton J. Sheen, da “Maria Primo Amore del Mondo”)

Autore: Amici di Fulton Sheen

amicidifultonsheen@gmail.com

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