

Le parole di Nostro Signore sull’invio dello Spirito di verità che amplierà la nostra conoscenza di lui, prova che l’intera verità non può rientrare in parole scritte. La Pentecoste non è stata la discesa di un libro, ma di vive lingue di fuoco. Il sacramento della Confermazione smentisce quanti dicono che «il discorso della montagna era sufficiente per loro». L’insegnamento di Nostro Signore registrato nei Vangeli, fu implementato, completato e rivelato nel suo senso più profondo dallo spirito di verità che egli ha donato alla sua Chiesa. Certamente conosciamo Cristo leggendo i Vangeli, ma scopriamo il significato più autentico delle sue parole e conosciamo Cristo più pienamente quando abbiamo il suo Spirito.
Soltanto mediante lo Spirito riconosciamo che egli è il divino Figlio di Dio e il Redentore dell’umanità: «Quelli che si lasciano dominare dalla carne non possono piacere a Dio. Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene» (Rm 8, 8-9).
-Il Sacramento del combattimento-
Ogni sacramento ha a che fare con la morte di Cristo, ma la Confermazione o Cresima intensifica tale rassomiglianza. Il Battesimo dona un tesoro al cristiano; la Confermazione lo spinge a combattere per custodirlo contro i tre grandi nemici: il mondo, la carne e il diavolo. Il carattere militare del sacramento è evidenziato nei quattro simboli o atti che seguono.
1) “La fronte è unta col crisma nel segno della croce”. La croce, per sua natura, evoca opposizione. Più uno crocifigge le sue passioni e rigetta i falsi insegnamenti del mondo, più è calunniato e combattuto. Il Calvario non unisce solo gli amici di Nostro Signore, ma anche i suoi nemici. Coloro che erano opposti l’un l’altro, misero da parte i loro conflitti minori per un odio più grande. Giuda e i sinedriti, i farisei e i pubblicani, i tribunali religiosi e i sovrintendenti romani, benché si disprezzassero l’un l’altro, nondimeno inflissero insieme i colpi di martello e chiodi alle mani e ai piedi di Cristo: «Poiché non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia» (Gv 15, 19). Quando il piccolo fiore di Lisieux, santa Teresa, si preparava alla Confermazione, ne vide il legame con la crocifissione: «Sono andata al ritiro per la Cresima. Mi sono preparata con cura alla venuta dello Spirito Santo. Non posso comprendere perché si presti così poca attenzione al sacramento dell’amore. Come gli apostoli, ho atteso con gioia il Consolatore promesso. Ho gioito pensando che presto sarei dovuta essere una perfetta cristiana e avrei avuto la mia fronte segnata eternamente dalla misteriosa croce di questo sacramento ineffabile. Quel giorno ho ricevuto la forza di soffrire, una forza di cui avevo molto bisogno, perché il martirio della mia anima stava per iniziare di lì a poco».
2) “La grazia interiore del sacramento dona fortezza e altri doni destinati alla battaglia dello Spirito”. Nella Pentecoste gli apostoli furono resi testimoni della Risurrezione di Cristo e la parola “testimone”, in greco significa “martire”. Così, nella Confermazione, il cristiano è segnato con potenza e audacia sulla fronte, perché né paura né falsa modestia possano trattenerlo dal confessare pubblicamente Cristo. Il bestiame è spesso marchiato col nome del proprietario e gli schiavi o i soldati al servizio dell’imperatore sono tatuati per potersi riconoscere più facilmente qualora disertassero il servizio. Plutarco attesta che c’era l’usanza di marchiare gli animali destinati al sacrificio, come a sigillare che erano riservati per qualcosa di sacro. Erodoto parla di un tempio in Egitto in cui il fuggitivo poteva reclamare il diritto del santuario: una volta che lo avesse fatto, sarebbe stato marchiato o tatuato, a indicare che era proprietà di Dio e, di conseguenza, inviolabile e sacrosanto. Il significato spirituale del marchio è anticipato qui: «Ammazzate fino allo sterminio: non toccate, però, chi abbia il tau in fronte» (Ez 9,6). L’ultimo giorno, gli eletti saranno sigillati sulla fronte nel nome dell’Agnello e di suo Padre, per essere preservati dalla distruzione (Ap 7, 3). La Confermazione, quindi, consiste nel marchiare una persona nell’esercito dell’Agnello. San Paolo dice: «E non vogliate rattristare lo Spirito Santo di Dio, con il quale foste segnati per il giorno della redenzione» (Ef 4, 30).
3) “Al cresimato si dà un colpetto sulla guancia per ricordargli che, in quanto soldato di Cristo, dovrà essere pronto a soffrire ogni cosa per amor suo”. Rinnegare la propria fede per un effimero piacere carnale o arrendersi per timore del ridicolo, è molto più grave agli occhi di Dio del tradimento di un soldato dal suo dovere. Péguy, rimpiangendo un desiderio di coraggio spirituale scrive: «Vergogna a coloro che provano vergogna. Non è questione di credere o meno, è questione di sapere qual è la causa più frequente della perdita di fede. Nessuna causa può essere più vergognosa della vergogna – e della paura. E di tutte le paure, la più vergognosa è certamente la paura del ridicolo, la paura di essere presi per matti. Uno può credere o non credere. Ma vergogna a colui che rinnega il suo Dio per evitare di essere fatto oggetto di scherno. Ho in mente quel povero, timoroso disgraziato che guardava qua e là con paura per assicurarsi che non ci fosse qualche alto personaggio che aveva deriso lui, la sua fede e il suo Dio. Vergogna a coloro che si vergognano. La vergogna implica una codardia che non può far ricorso a nulla. Vergogna a coloro che si vergognano».
4) “Il carattere combattivo della Confermazione è ulteriormente evidenziato dal fatto che il suo ministro ordinario è il vescovo, che è come dire un generale nell’esercito della Chiesa”.
Poiché la Confermazione dona un aumento dello Spirito Santo rispetto al Battesimo, è amministrata opportunamente dall’unico che ha la pienezza del sacerdozio. Quando il vescovo estende le sue braccia sui cresimati, come successore degli apostoli, imita Pietro e Giovanni che imposero le mani sui nuovi convertiti della Samaria, così che «ricevevano lo Spirito Santo» (At 8, 17). Egli imita inoltre Paolo a Efeso: «Non appena Paolo ebbe imposto loro le mani, discese su di loro lo Spirito Santo» (At 19, 6). Il vescovo non tiene per sé la sua autorità; ne è un dispensatore, perché fu Nostro Signore che disse ai suoi apostoli di fare discepoli in tutte le nazioni (Mt 28, 19-20). Il vescovo, come autorità della Chiesa, incorpora il cresimato nelle responsabilità adulte. Da quel momento in poi il cresimato non conduce una vita cristiana individuale: egli inizia a impegnarsi nell’esercito. La Confermazione, di conseguenza, è la prima grande manifestazione della relazione stabilita tra l’autorità della Chiesa e l’individualità del cristiano.
Ogni sacramento è stato stabilito come una sorta di equilibrio tra l’individuo e la comunità. L’individuo è battezzato, ma il suo Battesimo lo incorpora nella comunità dei credenti: la Chiesa. La grazia discende nell’anima dell’individuo, ma la grazia è per la perfezione del Corpo mistico. Questo è vero anche per il sacramento della Confermazione che, ancor più del Battesimo, ci orienta verso la comunità o compagnia dei credenti. L’amore è un’unione da cui si fugge per egoismo. Quando uno raggiunge l’età adulta è aperto a un amore più ampio. I bambini vivono per sé stessi, gli adulti cessano di vivere solo per sé stessi, specialmente coloro che raggiungono la «perfetta età» dello spirito.
Il combattimento del Battesimo, come abbiamo visto, era un combattimento personale: nella Confermazione il combattimento è militare “ex officio” e sotto gli ordini del comandante. Il Battesimo è principalmente la battaglia contro i nemici invisibili: nella Confermazione c’è la battaglia contro i nemici sociali, vale a dire i persecutori della Chiesa. La morte mistica cui ci si sottopone nel Battesimo è individuale: nella Confermazione la morte mistica è comune. Siamo preparati a morire, a essere martiri, o a testimoniare Cristo per amore del suo «Corpo che è la Chiesa». La Confermazione quindi ci mette in relazione con la comunità; per questo nella Pentecoste lo Spirito fu infuso quando tutti gli apostoli erano radunati insieme con Maria in mezzo a loro.
La Confermazione ci rende soldati di Cristo. I soldati non si riuniscono da sé stessi per costituire un esercito. Così avviene nella Confermazione. La Chiesa non ha un esercito spirituale perché i suoi membri si offrono volontariamente in servizio. Piuttosto la Chiesa li fa crescere spiritualmente fino al punto in cui possono sostenere la battaglia spirituale ed essere autorizzati quali suoi combattenti che portano «la corazza della giustizia… lo scudo della fede… l’elmo della salvezza… e la spada dello Spirito» (Ef 6, 14.16.17).
(Fulton J. Sheen, da “I 7 Sacramenti” edizioni Ares)
L’ha ripubblicato su Per la maggior gloria di Dio.
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