
La maggior parte della nostra miseria e della nostra infelicità deriva dalla ribellione contro il nostro stato attuale, unita alle nostre false ambizioni. Diventiamo critici nei confronti di tutti coloro che sono al di sopra di noi, come se il mantello d’onore che un altro indossa ci fosse stato rubato dalle spalle.
Ognuno di noi deve lodare e amare Dio a modo suo. L’uccello loda Dio cantando, il fiore sbocciando, le nuvole con la loro pioggia, il sole con la sua luce, la luna con il suo riflesso, e ognuno di noi con la paziente rassegnazione alle croci e i doveri del suo stato di vita.
In cosa consiste la tua vita se non in due cose? I doveri attivi e le circostanze passive.
La prima è sotto il tuo controllo; fallo in nome di Dio. La seconda è fuori dal tuo controllo; sottomettiti a queste nel nome di Dio. Considera solo il presente; lascia il passato alla Giustizia di Dio, il futuro alla Sua Provvidenza. La perfezione della personalità non consiste nel conoscere il disegno di Dio, ma nel sottomettersi ad esso come si rivela nelle circostanze della tua vita.
C’è davvero una scorciatoia per la santità; quella che Maria ha scelto nell’Annunciazione, quella che Nostro Signore ha scelto nel Getsemani, quella che il buon ladrone ha scelto sulla Croce: l’abbandono alla Volontà Divina.
Se l’oro nelle viscere della terra non dicesse “fiat” al minatore e all’orafo, non diventerebbe mai il calice dell’altare. Se la matita non avesse detto “fiat” alla mano dello scrittore, non avremmo mai avuto la poesia; se la Madonna non avesse detto “fiat” all’angelo, non sarebbe mai diventata la Casa di Dio; se il Signore Gesù non avesse detto “fiat” alla Volontà del Padre nel Getsemani, non saremmo mai stati redenti; se il ladro non avesse detto “fiat” nel suo cuore, non sarebbe mai stato l’accompagnatore del Maestro in Paradiso. (…)
Facciamo sempre l’errore fatale di pensare che quello che conta è ciò che facciamo noi, quando in realtà, quello che importa davvero, è ciò che lasciamo che Dio faccia in noi.
Dio ha mandato l’Angelo a Maria, non per chiederle di fare qualcosa, ma per lasciare che qualcosa fosse fatto.
Poiché Dio è un artigiano migliore di te, più ti abbandoni a Lui e più sarai felice, più Lui potrà renderti felice. È bene essere un uomo che si è fatto da sé, ma è meglio essere un uomo fatto da Dio.
Avete la libertà solo per darla via. A chi darete la vostra? La darete agli umori del momento, al vostro egoismo, alle creature o a Dio?
Sapete che se date la vostra libertà a Dio, in Cielo, non avrete libertà di scelta perché, una volta che avrete la Perfezione, non vi sarà più nulla da scegliere? E poi, sarete perfettamente liberi perché sarete una cosa sola con Lui, il cui Cuore è la Libertà e l’Amore!”
L’Annunciazione è il Mistero della gioia della libertà. Il nostro libero arbitrio è l’unica cosa al mondo che è nostra. Dio può portarci via tutto il resto, la nostra salute, la ricchezza, il potere, ma Dio non ci costringerà mai ad amarLo o ad obbedirGli. Il fascino del “Sì” sta nella possibilità che si possa dire “No”. Maria ci ha insegnato a dire “Fiat” a Dio. “Sia fatto di me secondo la Tua Parola”. (…)
Ai piedi della Croce, Maria è stata testimone della conversione del buon ladrone, e la sua anima si è rallegrata che egli avesse accettato la Volontà di Dio. La seconda parola del suo Figlio Divino dalla Croce, promettendo il paradiso al ladro come ricompensa per quell’abbandono, le ricordava la sua seconda parola trentatre anni prima, quando l’angelo le era apparso e le aveva detto che sarebbe stata la Madre di Colui che ora stava morendo sulla Croce.
Nella sua prima parola, chiese come si sarebbe realizzato tutto questo, poiché non conosceva uomo. Ma quando l’angelo le disse che avrebbe concepito lo Spirito Santo, Maria rispose immediatamente: Fiat mihi secundum verbum tuum “Sia fatto di me secondo la tua parola” (Luca 1, 38).
Questo fu uno dei grandi “fiat” della storia. Il primo fu alla Creazione, quando Dio disse: Fiat lux, “Sia fatta la luce”; un altro fu nel Getsemani, quando il Salvatore, portando il calice della redenzione sulle Sue labbra, gridò: Fiat voluntas tua, “Sia fatta la tua volontà” (Matteo 26,42). Il terzo fu quello di Maria, pronunciato in un casolare nazareno, che si rivelò essere una dichiarazione di guerra contro l’impero del male: Fiat mihi secundum verbum tuum, “Sia fatto di me secondo la tua parola”.
(Fulton J. Sheen, da “Seven Words of Jesus and Mary”)