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-LA GUERRA COME GIUDIZIO DI DIO- “Nulla accade nel mondo che prima non sia capitato nel cuore dell’uomo…Il fatto che dimentichiamo Dio ha relazione con la guerra più di quanto si possa realmente pensare”

Alcuni anni fa un illustre docente di Bruxelles ha studiato tutte le guerre che sono intercorse tra il 1496 a.C. e il 1861 d.C., cioè in 3.357 anni di storia. Quale risultato ne consegue? 3.130 anni di guerra e soltanto 227 anni di pace. Altro dato interessante è la frequenza delle guerre nei tempi moderni: l’intervallo tra un conflitto e l’altro si rivela sempre più breve. Corrono infatti 55 anni tra le guerre napoleoniche e la Guerra franco-prussiana, 43 tra la Guerra franco-prussiana e la Prima Guerra Mondiale, 29 tra la Prima e la Seconda Guerra Mondiale. 55, 43, 29: ciò in un’epoca in cui si riteneva che l’uomo avesse a disposizione tutte le condizioni materiali indispensabili per la sua felicità. E ora viviamo sotto la minaccia di un suicidio cosmico!

Prendiamo ora in considerazione il problema del meccanismo di pace orientato a evitare le guerre. Consideriamo i trattati di pace stipulati dalla Società delle Nazioni tra il 1920 e il 1939, anno in cui iniziò la Seconda Guerra Mondiale. In soli 19 anni furono firmati ben 4.568 trattati! Durante gli undici mesi che hanno preceduto l’inizio del Secondo Conflitto Mondiale, la Società delle Nazioni ne ha sottoscritti circa 211. Questi documenti erano scritti soltanto sulla carta, oppure erano incisi nei cuori degli uomini? E quando oggi si sente parlare della stesura di alcuni trattati dell’ONU, dobbiamo chiederci se siano scritti in piena coscienza del fatto che coloro che li sottoscrivono sono direttamente responsabili dinanzi a Dio! Le nazioni che firmano tali documenti si possono paragonare a un marito e una moglie che, quando si incontrano al bar per un aperitivo, si scambiano parole amorevoli, mentre tra le mura domestiche si rivolgono le offese più umilianti.

A che giova eliminare le condizioni esterne di conflitto quando permangono le condizioni interne di egoismo, di odio nei confronti del prossimo, di fanatismo, intolleranza e abbandono del divino? Le guerre non sono causate soltanto dalle aggressioni o dalla tirannia esterna: se in certe anime non ci fosse lo spirito di egoismo, non avverrebbe sin dall’inizio alcuna aggressione. Nulla accade nel mondo che prima non sia capitato nel cuore dell’uomo. La guerra è effettivamente una proiezione della malvagità umana. Il fatto che dimentichiamo Dio ha relazione con la guerra più di quanto si possa realmente pensare.

Dio ha stabilito certe leggi nell’universo, in forza delle quali le cose raggiungono la perfezione. Queste leggi sono principalmente di due tipi: naturali e morali. Le leggi naturali, come le leggi dell’astronomia, della fisica o della biologia, corrispondono in verità ai riflessi della ragione eterna di Dio. Egli ha stabilito che le cose si comportassero in un modo particolare (per esempio si può dire che la quercia è un “giudizio” portato sulla ghianda e che il frumento è un “giudizio” sul seme che è stato seminato). Ma Dio non ha creato l’uomo così come aveva creato il sole, il quale può solamente sorgere e tramontare. Creando l’uomo libero, Dio gli ha donato una legge più elevata della legge naturale, ovvero la legge morale. Il fuoco deve obbedire alla legge naturale della propria natura, ma l’uomo dovrebbe soltanto obbedire alla legge morale. La sua libertà gli offre la possibilità di ribellarsi.

Lo scopo di Dio nell’imporre una legge alle cose era condurle necessariamente alla loro perfezione. Diversamente, lo scopo di Dio nel dare all’uomo la legge morale era quello di guidarlo liberamente alla sua perfezione. Nella misura in cui gli uomini obbediscono alla volontà di Dio, sono felici e in pace; nella misura in cui essi disobbediscono liberamente, si fanno del male, e questa conseguenza è chiamata giudizio.

I giudizi nell’ordine naturale sono evidenti. Il mio mal di testa, per esempio, è un giudizio sul mio rifiuto di mangiare, che rientra in una legge naturale; invece la mia atrofia muscolare è un giudizio sul mio rifiuto di fare movimento. La disobbedienza a queste leggi comporta alcune conseguenze, non perché siano volute, ma per la natura stessa di quella realtà che Dio ha creato. Nessuno che eccede nel bere desidera il mal di testa, ma lo provoca. Allo stesso modo nessuno che pecca desidera la solitudine e la frustrazione dell’anima, però tuttavia le avverte. Nell’infrangere una legge soffriamo sempre delle conseguenze che non volevamo (a certi effetti seguono determinate cause).

Quando si presentano delle calamità, in seguito alla negligenza personale o alla sfida rivolta alla volontà di Dio, avviene quello che possiamo definire il giudizio di Dio. Il mondo non ha voluto la guerra, ma ha voluto uno stile di vita che l’ha generata. In tal senso essa è un giudizio di Dio. Il peccato conduce alla rovina, che è l’espressione della condanna del male pronunciata da Dio, quindi la “registrazione” del suo Giudizio. La frustrazione che risulta dalla nostra disobbedienza alla legge divina è il Suo giudizio. E nel disobbedire alla legge morale di Dio non distruggiamo la legge in sé, ma principalmente noi stessi. Io, per esempio, sono libero di fare un cattivo uso della legge di gravità gettandomi dall’alto di un edificio, ma così facendo mi uccido. Tuttavia la legge rimane. (…)

Nella disobbedienza alla volontà divina distruggiamo noi stessi; nel trafiggere Dio trafiggiamo il nostro stesso cuore. Per mezzo delle catastrofi comprendiamo con tristezza che la legge morale è giusta, e che alla fine dovrà prevalere. Visto che il fuoco brucia, non tocchiamolo con le mani: visto che l’assenza di Dio causa le guerre, avviciniamoci a Dio. Popoli e nazioni devono apprendere, con lacrime e sudore, nel dolore e nel sangue, che l’atteggiamento sbagliato nei riguardi della legge naturale e della legge morale è contemporaneamente e necessariamente un atteggiamento errato nei riguardi di Dio, e ci attira un destino inevitabile, il Suo Giudizio.

(Fulton J. Sheen, da “La Vita merita di essere vissuta” edizioni Fede e Cultura)

Autore: Amici di Fulton Sheen

amicidifultonsheen@gmail.com

1 commento su “-LA GUERRA COME GIUDIZIO DI DIO- “Nulla accade nel mondo che prima non sia capitato nel cuore dell’uomo…Il fatto che dimentichiamo Dio ha relazione con la guerra più di quanto si possa realmente pensare””

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