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LE CAUSE DELL’AMORE…L’AMORE PROVIENE DALLA CONOSCENZA

Tre elementi sono necessari all’amore, perché l’amante e l’amata sono legati sulla terra da un ideale che è al di fuori di entrambi. Se fossimo assolutamente perfetti non avremmo bisogno di amare nulla al di fuori di noi stessi. La nostra autosufficienza ci risparmierebbe di struggerci per quel che non abbiamo, ma l’amore stesso muove dal desiderio di ciò che è bene. Dio è bene, Dio è l’essere, e quindi non ha bisogno di nulla all’infuori di Sé.

Noi, invece, abbiamo l’essere: la creazione potrebbe definirsi l’introduzione nell’universo del verbo “avere”. Ciò che fa di noi delle creature è la nostra condizione di dipendenza (tutto quello che possediamo l’abbiamo ricevuto), e poiché non siamo perfetti, ci sforziamo costantemente di supplire a quel che ci manca, o d’integrare quel tanto che abbiamo con l’avere di più. Per esempio, la brama di proprietà privata è una delle aspirazioni naturali dell’uomo, perché con questo mezzo l’uomo spera di accrescere la propria personalità e di estendersi mediante il possesso dei beni.

Perciò, in sostanza, le cause dell’amore si riducono a tre: il bene, la conoscenza e l’affinità. È possibile che l’uomo si sbagli riguardo a quel che è bene per lui, ma non è possibile che lui non desideri il bene. Il figliol prodigo aveva ragione di aver fame, ma aveva torto nel cibarsi di ghiande. Così l’uomo ha ragione quando cerca di colmare di bene la vita, l’intelletto, il corpo e la casa, ma forse può aver torto relativamente a ciò che sceglie come bene. Ma senza desiderio di bene non ci sarebbe affatto amore, sia esso amor di patria, amore d’amicizia o amore coniugale. Attraverso l’amore ogni cuore si studia di acquistare un bene o una perfezione che gli manca, o anche di esprimere quella perfezione che già possiede. Ne consegue che qualsiasi amore è il prodotto della bontà, perché la bontà è amabile per sua natura.

Può tornar difficile capire perché alcune persone siano amate, ma di questo possiamo star certi: che quelli che le amano vedono in esse una bontà che gli altri non vedono. Dio ci ama in quanto immette in noi la sua bontà e in noi la ritrova. Analogamente, noi amiamo certe creature perché troviamo in esse un certo grado di bontà. I santi amano coloro che nessun altro ama, perché, al modo stesso di Dio, pongono la bontà negli altri e li trovano degni di amore. (…)

La seconda causa dell’amore è la conoscenza. Una donna non può amare un uomo se non lo conosce almeno un poco. Il “presentatemelo” è appunto l’esigenza preliminare di quella conoscenza che precede l’amore. Anche la “ragazza dei suoi sogni” mitizzata dal giovane ha bisogno d’essere costruita in base ad alcuni frammenti di conoscenza, giacché, come recita il noto adagio, non si può amare ciò che non si conosce (nihil volitum nisi præcognitum).

Perfino negli animali l’amore ha inizio da quella conoscenza che procede dai sensi, ma la conoscenza dell’uomo viene dai sensi e dall’intelletto insieme. E come l’amore proviene dalla conoscenza, così l’odio proviene dalla mancanza di conoscenza, e il bigottismo è frutto dell’ignoranza. Sebbene all’inizio la conoscenza sia la condizione preliminare dell’amore, nelle sue ultime fasi l’amore può accrescere la conoscenza.

Un marito e una moglie che abbiano vissuto molti anni insieme hanno un nuovo genere di conoscenza reciproca che supera in profondità qualsiasi parola detta o qualsiasi indagine scientifica: è la conoscenza che nasce dall’amore, una specie di percezione intuitiva di ciò che è nella mente e nel cuore dell’altro. In questo senso, può anche darsi che noi amiamo di più ciò che non conosciamo perfettamente.

Una persona semplice e in buona fede può amare Dio più di quanto non lo ami un teologo e avere, quindi, una comprensione più affinata che non quella degli psicologi riguardo ai modi in cui Dio agisce sui cuori degli uomini. Ma al principio la sola bontà isolata dalla conoscenza non solleciterebbe l’amore, bisogna prima che sia proposta alla mente e compresa come bene.

(Fulton J. Sheen, da “Tre per sposarsi” edizioni Fede e Cultura)

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Autore: Amici di Fulton Sheen

amicidifultonsheen@gmail.com

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