
Poiché il “mondo” è ambiguo, è possibile cadere negli abissi da entrambi i lati della strada della verità, producendo così gli psicotici e i nevrotici. Uno psicotico crede che due più due fa cinque; un nevrotico crede che due più due fa quattro, ma diventa pazzo per questo. I nevrotici si aggrappano al reale e dimenticano l’ideale.
Nella Scrittura, la Chiesa è simboleggiata dalla roccia che è stata colpita e da essa ne sono uscite acque vive. La roccia è permanente, le acque rappresentano il cambiamento e il dinamismo della Chiesa. Gli psicotici si aggrappano alla roccia e dimenticano le acque; i nevrotici nuotano nelle acque e dimenticano la roccia. Gli psicotici vogliono solo il letto del fiume; i nevrotici solo l’acqua che scorre. Gli psicotici isolerebbero la Chiesa dal mondo; i nevrotici identificherebbero la Chiesa con il mondo. Per gli psicotici la religione è cultica; per i nevrotici è attivistica.
Quando il Faust di Goethe cominciò a tradurre il Vangelo di Giovanni: “In principio era il Verbo”, esitò, perché non poteva sottoscrivere il primato della Parola di Dio. Così, invece, scrisse: “In principio era l’Azione”. La verità, che manca sia agli psicotici che ai nevrotici, è che il Verbo si è fatto Carne. La biforcazione e il divorzio di quelle cose che Dio voleva che fossero tenute insieme, ha dato inizio a una divisione teologica simile alla scissione di un atomo.
L’ideale della spiritualità si trova nelle prime e ultime parole della vita pubblica di Nostro Signore. La prima parola della Sua vita pubblica è stata: “Venite” (Giovanni 1:39). L’ultima parola è stata: “Andate” (Marco 16:20).
Il discepolo viene prima di tutto per assorbire la Sua Verità, per infiammarsi con il Suo Amore; poi, e solo allora, va a compiere la sua missione.
Entrambe le parole sono riassunte nel passo della chiamata dei discepoli: “Chiamò a sé quelli che voleva ed essi andarono da Lui. Ne costituì Dodici perché stessero con Lui e per mandarli a predicare” (Marco 3,14).
Purtroppo oggi abbiamo troppi “vai-andate” e non abbastanza “vieni-venite”. Il giusto equilibrio si ritrova nella storia di Marta e Maria che segue nel Vangelo quella del Buon Samaritano. In quest’ultimo caso si loda il servizio sociale. Ma nella storia di Marta e di Maria, si suggerisce che non dobbiamo essere troppo assorbiti dal servizio, perché se siamo troppo assuefatti al servizio non abbiamo tempo di sederci ai piedi di Gesù per imparare le Sue lezioni.
(Fulton J. Sheen, da “Those Mysterious Priests” 1974)
P.s. Il pezzo è stato tradotto in modo amatoriale dall’originale inglese che potete trovare scaricando l’anteprima o acquistando l’eBook-Kindle sul link di Amazon qui sotto:
Complimenti per la traduzione; anche senza confrontarla con l’originale mi sento di dire che il messaggio è chiaro ed espresso conformemente agli altri stralci sin qui riportati.
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Grazie mille!
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