
Sulla Croce, Gesù Nostro Signore, ha parlato agli atei, ai comunisti, agli agnostici, ai non credenti e a tutti coloro che vivono l’inferno interiore, specialmente a quelli che avevano la fede e poi l’hanno persa. L’inferno non inizia nel mondo futuro. Inizia qui.
Come potrebbe essere salvato un ateo, un agnostico o un miscredente se il Signore sulla croce non avesse preso delle misure per redimerli tutti?
Il Nostro Salvatore si è dunque impegnato a soffrire la solitudine, l’isolamento e la separazione da Dio che tutti gli atei condividono. Ha quindi accettato di rimanere senza alcuna consolazione divina e di essere sull’orlo dell’inferno per sentire cosa significa essere dannati.
In quel momento, nell’oscurità di quel giorno quando il sole si eclissò, come se si vergognasse di far splendere i suoi raggi sul delitto dell’uccisione di Dio, Nostro Signore rivestì la sua anima di tenebre e in riparazione per tutti gli atei gridò: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”
Cristo ha vissuto l’inferno di Voltaire, Camus, Sartre, Giuliano l’Apostata e di tutti coloro che hanno rinnegato il loro Dio. Da quel momento in poi, tutto quello che devono fare per essere salvati è invocare Lui. Ma devono invocarLo.
(Fulton J. Sheen)
