La babelica confusione nell’ordine politico, economico e sociale dei giorni nostri è dovuta al ripudio, da parte dell’uomo, della legge morale di Dio.
In ogni epoca, la causa finale delle crisi è da ricercare nel rapporto tra l’uomo e Dio.
Questo rapporto si è trasformato radicalmente perfino nello spazio di un secolo. L’ateismo non è più negativo; non è una mera negazione di Dio. L’ateismo militante vorrebbe distruggere Dio, se fosse possibile. Esso afferma l’esistenza di Dio nel momento stesso in cui Lo ripudia, perché soltanto la realtà di Dio può spiegare il vigore e l’accanimento con cui viene condotta la persecuzione.
L’uomo può o, con entusiasmo e pazienza, partecipare della vita secondo Dio, e quindi produrre una certa misura di umana felicità, o ribellarsi contro Dio e quindi divinizzarsi idolatrandosi. In questo stadio, il mondo produce dei dittatori i quali, per dirla con San Paolo, cambiano “la Gloria del Dio incorruttibile in un’immagine fatta a somiglianza dell’uomo corruttibile”.
(Beato Fulton J. Sheen, da “Pensieri per la vita di ogni giorno”)