L’ateismo, l’agnosticismo, lo scetticismo e il culto del dubbio non significano una posizione intellettuale, perché dovunque è un’ombra deve esserci una luce, e la negazione non esisterebbe se non ci fosse nulla da negare. Tali atteggiamenti significano invece una posizione morale nella quale l’uomo cerca di rendersi invulnerabile nei confronti della Verità Divina negandone l’esistenza e voltandole le spalle, come fece Pilato. Non sono i dubbi che generano la nostra cattiva condotta: è la nostra cattiva condotta che genera i dubbi.
Gesù Nostro Signore è stato estremamente preciso su questo punto:
“Chi fa il male odia la Luce e alla Luce non si accosta, affinché non siano discusse le sue opere. Invece, chi opera la verità si accosta alla Luce, affinché si rendano manifeste le opere sue che sono fatte secondo Dio” (Giovanni,3-20,21) (…)
Un Cattolico rinnegato che dice: “Non posso più credere nel Sacramento della Confessione” in effetti dovrebbe dire: “Sto conducendo una vita malvagia, e mi rifiuto di abbandonare le mie abitudini peccaminose per fare la pace con Dio” (…)
Il sole di Dio splende al di fuori delle nostre finestre; ma che vantaggio può mai venirci dal discutere sulla sua bellezza se non siamo disposti a pulire le finestre della nostra condotta per poterlo scorgere?
Tre sono le specie di sudiciume che l’abitudine può accumulare sulle finestre dell’anima per impedire l’accesso alla Grazia di Dio: il sudiciume dei sensi, ossia lo sregolato amore dei piaceri della carne, il sudiciume del danaro, ossia l’insaziabile sete di ricchezza; il sudiciume egocentrico, ossia l’egoismo e la vanità. Per poco che ripuliamo le finestre dell’anima, ci avviciniamo a Dio. “Beati i puri di cuore perché vedranno Dio” (…)
La resa dell’Ego alla Verità è un preludio all’ingresso nella gioia del Signore.
(Beato Fulton J. Sheen, da “Lift Up Your Heart – La Felicità del Cuore”)