“Il Calvario rinnovato, ripetuto, ripresentato, lo troveremo nella Santa Messa. Il Calvario è tutt’uno con la Messa, e la Messa è tutt’uno col Calvario, perché in entrambi c’è il medesimo Sacerdote e la medesima Vittima”
“Il Sacrificio della Santa Messa non è qualche cosa che sia avvenuta duemila anni fa: sta avvenendo tuttora”
“Immaginate quindi Cristo, il Sommo Sacerdote, lasciare la sacrestia del Cielo per l’altare del Calvario. Ha già indossato le vesti della nostra natura umana, il manipolo della nostra sofferenza, la stola del sacerdozio, la pianeta della Croce. Il Calvario è la Sua cattedrale, la roccia del Calvario è la pietra dell’altare, il sole che arde è la lampada del santuario, Maria e Giovanni sono i viventi altari laterali, l’Ostia è il di Lui Corpo, il Vino è il di Lui Sangue. Egli è ritto in quanto Sacerdote, ma è prostrato in quanto Vittima. La Sua Messa sta per avere inizio”
(Beato Fulton J. Sheen, dal prologo di “Il Calvario e la Messa”)